Insegnare per competenze, come farlo?
Dpr 87 e 88 del 2010 hanno segnato un’importante evoluzione, facendo in modo da passare dalla didattica per conoscenze alla didattica per competenze. Questo passaggio sigla un apprendimento negli studenti della scuola secondaria realmente efficace, che sia basato su preparazione, capacità e attitudini.
Lo scopo dell’insegnamento per competenze non si limita a inculcare nozioni ai giovani studenti, bensì a essere incisiva al punto da influenzarne i comportamenti, gli atteggiamenti e garantendo una ricchezza a livello culturale durante tutta la vita.
In che cosa consiste la didattica per competenze?
Le Raccomandazioni del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2008 delineano il Quadro Europeo delle Qualifiche e dei Titoli (EQF), attraverso il quale certificano in egual modo le conoscenze degli studenti dei Paesi Membri al termine del percorso didattico, più quelli conseguiti con ulteriori percorsi formali o meno lungo tutto il percorso formativo in vita. L’EQF definisce un percorso dove sono presenti 8 livelli e del quale il quarto corrisponde al Diploma.
Le raccomandazioni del Parlamento Europeo chiariscono il significato di conoscenze, intendendo l’insieme delle teorie e della pratica in ambito lavorativo o scolastico; di abilità, cioè la capacità di applicare le conoscenze per risolvere problemi tangibili e di competenze, alludendo all’uso delle conoscenze e delle abilità in ambito di studio o di lavoro.
Quando si inizia a parlare di competenze a scuola?
Lo studente deve risolvere problemi e saper gestire situazioni in modo attivo, deve imparare in modo induttivo apprendendo un modello teorico dall’esperienza. Deve imparare stando in mezzo agli altri e tutti allo stesso livello,;deve rielaborare i percorsi sia con scritti e sia con comunicazioni orali; deve essere in grado di far fronte alle responsabilità imparando a risolvere problematiche sia in modo autonomo e sia in gruppo. Il processo di apprendimento, infine, non deve essere incentrato sui docenti, che sono tutor, facilitatori, ecc… bensì sugli studenti.
I Dpr 87 e 88 del 23 aprile 2008 esplicano con precisione le modalità di reindirizzamento degli insegnamenti in modo che questi siano volti allo sviluppo delle competenze.
Uno studente, per sviluppare delle competenze, deve poter agire in modo coinvolgente e soprattutto attivo; queste devono essere assimilate significativamente in modo da consentirgli di applicare quanto studiato in modo intelligente ai casi della vita.
Nei primi due anni del percorso formativo si eseguono delle semolici sintesi scritte di quanto imparato, si applicano ragionamenti matematici o scientifici alla vita o alla tecnica e infine si realizzano progetti, ricerche e protocolli sperimentali.
Quali sono le competenze che gli allievi devono sviluppare?
Le competenze sono distinte in chiave europea, ovvero quelle che sintetizzano il fine dell’istruzione stessa, in base al compimento del ciclo scolastico obbligatorio, ovvero quel percorso basilare necessario per accedere poi alle competenze in chiave europea, all’indirizzo, cioè quanto appreso una volta terminate le scuole e e alla fine degli studi.
La didattica per competenze è un modo di insegnare totalmente nuovo e diverso di riorganizzare tutta la scuola. In sintesi, ciò che ti viene chiesto è quello di far conseguire all’allievo delle conoscenze tali che lo obblighino a terminare un compito perfettamente delineato con progetti, ricerche, produzioni.
L’obbiettivo chiaro dell’insegnare per competenze corrisponde con la formazioni di allievi consapevoli, che siano in grado terminare un percorso scolastico con nozioni disciplinari che non siano meramente teoriche e non applicabili ai casi e alle esperienze della vita, ma, al contrario a casistiche pratiche che richiedano attitudini fatte proprie e perfettamente assimilate.