Plasmare la plastica nei processi di stampaggio: in che modo?

Plasmare la plastica nei processi di stampaggio: in che modo?

Il settore dello stampaggio di materiali plastici (approfondisci sul sito stamplastitalia.com) è davvero molto vasto; sono presenti una moltitudine di aziende in Italia la cui attività, se non l’unica comunque la principale, è dedicata a questo. Bisogna anche dire che il mondo industriale della plastica si è dovuto evolvere per tenere il passo con i tempi e quindi per rispondere alla necessità sempre maggiore di ottenere prodotti di qualità con il minore impatto possibile sull’ambiente. Per questo motivo, diverse aziende operanti nel settore, come la Stamplast Srl con sede in Casalmoro (Mantova) hanno introdotto nel processo produttivo dei materiali polimerici (principalmente, PPS, PPO, ABS, PA, PP).

Cosa significa? Vuol dire che nel processo produttivo atto allo stampaggio di materie plastiche e termoplastiche sono stati inseriti materiali polimerici, che significa letteralmente materiali costituiti da più parti. Si tratta di grandi molecole costituite da tante unità molecolari che hanno la caratteristica di rendere molto più agevole la sagomazione dell’oggetto plastico da stampare.

Stampaggio delle diverse materie plastiche

Le materie plastiche si dividono in due tipologie, i materiali termoplastici e i materiali indurenti. I materiali termoplastici sono i più utilizzati per la realizzazione di stampi 3D. Il motivo principale è la loro capacità di passare attraverso più cicli di fusione e solidificazione; infatti, questo passaggio è reversibile e riproducibile n volte perché non implica un legame chimico. I termoplastici sono modellabili ed è possibile riciclarli e riutilizzarli. I materiali plastici termoindurenti invece mantengono il loro stato solido; se vengono riscaldati, i termoindurenti non si fondono.

Di conseguenza, non è possibile riciclare le plastiche termoindurenti. Le materie plastiche termoindurenti vengono utilizzate nei processi di stampa e lavorazione delle materie plastiche nell’ambito della produzione di adesivi, vernici, smalti, isolanti. Tra i polimeri termoindurenti più conosciuti abbiamo le resine epossidiche con reazione a freddo, i poliuretani come ad esempio il poliuretano espanso rigido che è un materiale leggero dal punto di vista del peso ma robusto. La densità delle schiume di poliuretano è l’ideale per la produzione di pannelli da rivestimento. Nell’ambito della stampa di materie plastiche, è molto utilizzato nel tipo di stampa a iniezione.

In questo processo i materiali plastici vengono prima scaldati e fusi, poi inviati allo stampo dove vengono raffreddati e assumono la forma prestabilita. La lavorazione del poliuretano espanso ricopre un ruolo molto importante nella stampa delle materie plastiche; consente infatti di realizzare una vasta gamma di prodotti con caratteristiche specifiche differenti e mirate al settore industriale di utilizzo. Parliamo del settore ferroviario, di quello dell’elettronica, ma anche dell’edilizia, dell’arredamento e della refrigerazione.

Plastica rigenerata

La plastica rigenerata è quella che si ottiene lavorando i rifiuti di materiale plastico. Infatti, siccome ad oggi non è ancora possibile creare prodotti in plastica totalmente riciclati, si sta continuando nella ricerca di soluzioni che consentano di produrre prodotti in plastica con il minore impatto possibile sul pianeta in termini di residui e inquinamento da plastiche.

A questo punto è fondamentale affidarsi a professionisti in grado di garantire la qualità della filiera da cui si origina il rifiuto plastico adatto ad essere riciclato, cioè impiegato nuovamente per la creazione di altri beni. Ad esempio, è possibile trasformare lo scarto di plastica in un pellet. Sicuramente, per aumentare la quantità dei buoni rifiuti plastici a nostra disposizione per attuare questa rigenerazione, è fondamentale effettuare correttamente la raccolta degli stessi, nonché lo stoccaggio e infine il loro trattamento.

Manuela Pappalardo