Come mettere in pratica la comunicazione sui social media?

Come mettere in pratica la comunicazione sui social media?

I social media al giorno d’oggi sono un’ immancabile presenza nella vita quotidiana di tutti, al pari della stessa letteratura, musica o lingua parlata nei secoli passati. Ma a differenza delle forme letterarie e artistiche tradizionali e universalmente conosciute e studiate, i social media rappresentano una rivoluzione senza precedenti nel modo stesso di comunicare tra individui, a livello personale o universale, in ambito amicale o professionale, a livello goliardico o scientifico sotto diversi aspetti, e a qualsiasi età.

Ciò che caratterizza la forma comunicativa dei social media è l’accessibilità illimitata nel tempo e nello spazio e l’accorciamento delle distanze tra città, nazioni e addirittura continenti. Come ogni strumento nuovo e pieno di possibilità, questo particolare mezzo di interazione spesso spaventa, e in alcuni casi può essere davvero un pericolo, allorché chi se ne serva non sia in grado di tutelarsi o di limitare la visibilità alle persone conosciute o il cui profilo è riconosciuto come affidabile, ma in questo senso lavora da tempo e sempre di più la giurisprudenza, servendosi di leggi appositamente studiate per questa complessa realtà e coadiuvata dalle forze dell’ordine, che utilizzando lo stesso strumento, trovano sempre nuovi modi per rintracciarne gli abusi e gli illeciti.

Analizzando le caratteristiche proprie della comunicazione social, riferendoci a Facebook, Twitter, Instagram, solo per nominare i più comuni, potremmo identificare come carattere distintivo la sinteticità: il messaggio si fa breve, incisivo e, potremmo dire, simbolico, attraverso l’uso di neologismi ed immagini/significato; non c’è bisogno di spiegare con frasi e descrizioni un sentimento, uno stato d’animo, un’idea, ma è sufficiente un “post” che contenga poche parole ed un’immagine per trasmettere il messaggio.

Questo non solo è un tipo di linguaggio che viene in qualche modo appreso ed utilizzato, ma pare modificare in senso inverso anche il modo di ragionare degli utenti, soprattutto dei più giovani, che si abituano a pensare e comunicare anche al di fuori dei social media con pensieri concisi e gesti simbolici, che condivisi sui media, diventano di conseguenza universalmente riconoscibili e riconosciuti.

Anche la punteggiatura cambia: sui post, laddove all’immagine sia affiancato un testo, non si usa la punteggiatura in maniera classica, scolastica o come si usa ancora per un saggio scritto, ma invece si abbonda di pause e segni che invitino a percepire una sensazione, un afflato, un moto dell’anima o l’importanza di un’informazione che si voglia trasmettere; dunque molti punti esclamativi, interrogativi, abbreviazioni di parole attraverso l’uso degli apostrofi.

Questo modo “smart” di comunicare non è da considerarsi un difetto, ma è un tratto linguistico propedeutico alla ricerca delle parole più significative dei messaggi e delle informazioni presenti sulla piattaforma digitale. Infatti, l’utilizzo di alcune parole significative permette a chi cerca persone di un certo gruppo o un certo argomento che si voglia approfondire, o luoghi o qualsiasi altra informazione, di estrarre velocemente e in maniera immediata i risultati che contengono quella parola specifica, agevolando così la ricerca.

E’ quello che fanno oramai in tutte le scuole i ragazzi ai quali è affidata una ricerca, che una volta si faceva consultando vari testi e l’enciclopedia, trovando le parole significative in ordine alfabetico e scegliendo tra tutto quello che si trovava solo le informazioni adeguate . Oggi basta ricercare su internet la parola o le parole chiave e il gioco è fatto.

L’uso che si fa dei social a livello professionale e lavorativo assume tutto un nuovo ruolo: si accorciano i tempi di domanda e di risposta rispetto a scadenze, a comunicazioni ufficiali, con le PEC la comunicazione digitale diventa anche ufficiale, vincolando al pari di raccomandate postali, ad esempio. Il tempo risparmiato nelle attività lavorative è sempre un bene, in quanto lascia più spazio all’attività di sviluppo del business, qualunque sia il settore, accorciando le procedure burocratiche.

La comunicazione digitale possiede in sé anche un altro grande vantaggio, assolutamente non trascurabile: l’archiviazione in zero spazio della massa enorme di informazioni e contenuti attraverso una memoria virtuale, che consente a ciascuno di poter avere una quantità di informazioni a disposizione in ogni momento che non sarebbe possibile con altri mezzi.

E’ questo il caso, ad esempio, dell’iniziativa di Facebook che di anno in anno ripropone all’utente che abbia condiviso un evento tempo rima, di rivivere il ricordo nello stesso giorno di anni successivi. A propria volta spesso il cybernauta condivide questo ricordo di nuovo con i propri amici virtuali, innescando nella maggior parte dei casi una serie di commenti che riattivano la comunicazione su quel dato post.

In definitiva, conoscere e saper usare la comunicazione social è oggigiorno quasi indispensabile, con tutti i pro e i contro di una scienza in evoluzione,ma con la speranza concreta di un miglioramento del tempo e dello spazio entro cui poter muovere lo scambio di sapere e di informazioni. Il beneficio è ancor più sentito, a differenza si quel che si pensi, è per le persone più in là con gli anni, che scoprono in questo modo, soprattutto con l’uso dei social più accessibili, come Whatsapp, di poter parlare con amici e parenti lontani anche in videomessaggi, e che ricevere o inviare un messaggio non ha in questo modo vincoli di orario o di preoccupazione di non trovare la persona cercata a casa, in quanto l’utilizzo dei social è oramai spostato sui telefoni cellulari, sempre disponibili.

Manuela Pappalardo